ROBERTO FERRUZZI
Sebenico 1853 – 1934 Venezia
«…Il capolavoro ha un’azione immortale, poiché ciascuno in ogni tempo può sentirvi qualcosa di suo, può trovarvi di che piangere o di che sperare…»
R.Ferruzzi
Roberto Ferruzzi nacque a Sebenico, il 16 dicembre del 1853, da G.Battista Ferruzzi e da Giovanna Fenzi; sentì sempre ed espresse con forza, la sua doppia appartenenza veneta e dalmata.
Accompagnò gli studi classici con quelli del disegno, vivendo, dopo la morte del padre, con la madre, tra Sebenico e Venezia.
Giovinetto, studió giurisprudenza all’Università di Padova, seguendo le orme del padre e del nonno. Laureatosi, decise tuttavia di seguire la sua vera vocazione, la pittura.
Il successo non tardó ad arrivare per Roberto Ferruzzi. Tutte le sue opere presentate alle grandi mostre dell’epoca, furono ammirate e, quasi sempre, vendute il giorno stesso dell’inaugurazione, a prezzi piuttosto alti per l’epoca.
Nel 1884 presentó all’Esposizione di Torino, un Ritratto di vecchio, acquistato il primo giorno, dal conte Luigi di Sambuy, il dipinto Giovane veneziana fu venduto alla duchessa di Genova e un ritratto di Giovane donna fu acquistato dal Comitato dell’Esposizione.
Nel 1887, alla Prima Esposizione d’Arte di Venezia, che precedette la Biennale, espose Prima Penitenza; il quadro ebbe un successo immenso e fu conteso tra due acquirenti: il Presidente del Consiglio, Francesco Crispi, al seguito dei Sovrani e la signora Aichelin, la quale, riusci a comprarlo per la Galleria d’Arte di Magdeburgo.
Nel 1891, all’Esposizione di Palermo, presentò il quadro Zitto che fu premiato con una medaglia d’argento e subito venduto a S. Pontoni. Nel 1897, espose alla Biennale di Venezia, La Madonnina e Verso la luce. La Madonnina fu acquistata dal fotografo Alinari e divenne immediatamente una popolarissinma icona, l’immagine sacra più riprodotta al mondo, quadro poi rivenduto a John G. A. Leishman.
Nel 1900 Roberto Ferruzzi pubblicó un saggio, frutto delle sue riflessioni sulla pittura, L’individualità nell’arte. Nel 1906 presentò all’Esposizione Belle Arti di Milano una “Madonnina” molto diversa dalla prima e frontale.
Amico di Cesare Pollini, Mariano Fortuny, vicino a Giacomo Favretto, Luigi Nono, Ettore Tito, conobbe tutti i cambiamenti estetici e sociali del nuovo secolo.
Visse tra Venezia e Luvigliano negli ultimi anni della sua vita, vedovo della moglie Esther Sorgato, in compagnia dei figli Ferruccio e Mariska, dei nipotini e di pochi amici rimasti.
Si spense a Venezia il 16 Febbraio del 1934 e fu sepolto nel cimitero di Luvigliano.
Nel 1935, la Biennale di Venezia espose le sue opere più famose, tra cui due versioni della “Madonnina”, quella celebre e quella frontale già esposta a Milano, nel 1906.
La Madonnina che Roberto Ferruzzi (Sebenico 1853 -Venezia 1934), mio bisnonno, dipinse alla fine del 1800, divenne in modo imprevedibile e fulmineo l’icona sacra più conosciuta al mondo. Per la sua semplicità e dolcezza continua a incantare e a commuovere l’Umanità, più di ogni altra “Maria” devozionale; madre e bambina, rappresenta un ideale di purezza, di stupore e di amore disarmante. Con una velocità miracolosa l’immagine, nitidamente composta, ha conquistato milioni di fedeli; mito e leggenda dalle repliche infinite, continuamente rinascente in nuove forme. L’opera fu presentata alla Biennale di Venezia, nel 1897. Il fotografo Alinari la acquistò, la riprodusse e diffuse, intuendone il fascino immediato. Il quadro originale fu poi rivenduto a un ricco americano, finendo tragicamente, così si narra, sul fondo dell’oceano a bordo del transatlantico che lo portava nel nuovo mondo. La modella emigrò, giovane sposa, in America; da vecchia ormai dissennata, si dice, chiedesse spesso un panno e acconciatolo sul capo si atteggiasse con espressione dolcissima e con lo sguardo rivolto verso l’alto. Il ricordo della posa, che un tempo l’aveva immortalata, aveva il lungo respiro della visione. Da “LA NOSTRA MADONNINA” di Nora Ferruzzi, Milano 2017.
La riproduzione della “Madonnina”
esposta in vetrina “Alinari”
A seguire alcuni disegni inediti di Roberto Ferruzzi che ritraggono bambine e giovinette, fogli tratti dai taccuini che il pittore si portava appresso.
“…Ho amato ritrarre i vecchi e i bambini, separatamente o insieme; la vita che si consuma e finisce con l’innocente esistenza che ha inizio…”
“L’individualità dell’arte” di R.Ferruzzi, 1900.
L’Individualità nell’Arte è un piccolo saggio prezioso legato alla vita di libero pensatore e artista quale era Roberto Ferruzzi. Inizialmente fu pubblicato in forma frammentaria nella Rivista Dalmatica (1899-1900). Qualche mese più tardi, prese la forma di una relazione chiusa e ordinata con il titolo definitivo. Le riflessioni di Roberto Ferruzzi si sviluppano nel corso delle sue visite ai padiglioni delle prime Biennali veneziane, alle quali egli stesso partecipò più volte. Personaggio elegante, ironico, colto e analitico, osservatore dei mutamenti del gusto artistico, egli volle restare lucido senza farsi travolgere dalle più superficiali manie, in tempi di grande confusione estetica. Cercò di conservare e di trasmettere il timone del buon senso, della verità e della sincerità. Per far emergere l’individualità dell’artista il buon senso è misura dell’equilibrio nella composizione e nel chiaroscuro, la verità della realtà contemplata l’argine sul quale modulare l’onda di un sentimento sincero. Studio e conoscenza del soggetto sono indispensabili. Così il rigore e il sentimento si uniscono e si bilanciano. Duplice tensione è quella dell’arte; l’individuazione nella realtà di corrispondenze con il proprio sentire, la trasmutazione del sentimento immateriale e individuale dalla vita vera alla rappresentazione. La vitalità e la maestria con cui si manifestano e si mescolano queste due tensioni nella rappresentazione, genera, raramente, il capolavoro che detiene un messaggio individuale e universale insieme.
“…L’artista trova i confini alla sua libertà nei confini, nell’armonia che gli offre il vero…”
“…Giammai l’arte ebbe un maggiore bisogno d’indipendenza e libertà, ma forse mai come ora quest’indipendenza e questa libertà ebbero larve menzognere così abili, così sollecite nel contraffarle…”
“…Lo schizzo dal vero riesce assai spesso più vivo del quadro. E’ evidente che, l’artista nella sua impressione raccoglie seppur affrettatamente e pur omettendone alcuni, gli elementi più spiccati e più caratteristici di un’individuazione che lo ha commosso. Eppure chi guarda, ne risente, malgrado le omissioni, l’armonia per intero, talvolta più che in un quadro o in una statua finiti che possono risultare sfiniti…”
“…Ogni ora, ogni attimo della nostra vita non ha eguali: al “Nil sub sole novum” dell’esperienza, questa interrogata risponde ancora: la vita non è che un lungo addio…”
La vita del pittore Roberto Ferruzzi è resa attraverso alcune immagini poetiche o di carattere tecnico e artistico, sulla base di una lunga consuetudine con il suo pensiero, il suo lavoro e i suoi scritti da parte dell’autrice e pronipote, Nora Ferruzzi. Il titolo La Nostra Madonnina, mette in risalto l’opera più famosa del pittore, immagine consacrata per la sua diffusione al ruolo di “Madonna planetaria”. Tuttavia, l’intento è quello di raccontare il pittore e la sua epoca, tramite la voce dell’attore Claudio Carini. In questa pagina, la scelta dei frammenti audio, cercherà di mettere in risalto il pensiero dell’artista, in merito alla sua opera e a quella di altri pittori, contemporanei e non.
La Madonnina compare a sorpresa in numerosi film. Immagine di quotidiana benedizione, riproposta in noti set cinematografici.
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“I nostri mariti” (1966). Film in 3 episodi; Registi: Luigi D’Amico, Dino Risi, Luigi Zampa, con Alberto Sordi, Nicoletta Rangoni, Ugo Tognazzi, Lando Buzzanca…
Alcuni disegni inediti di Giacomo Favretto (1849–1887) e di Ettore Tito (1859–1941). Il primo, è un disegno a matita che raffigura dei personaggi di fantasia, il secondo, è una china, probabile idea per l’opera Inaugurazione del campanile di San Marco o per il manifesto della Biennale di Venezia. Alcuni passaggi dell’audiolibro La Nostra Madonnina, mettono in risalto il pensiero di Roberto Ferruzzi riguardo all’opera di questi artisti, da lui molto stimati: “…quale emozione emanava dalle opere di Giacomo Favretto e quanta individualità ne trapelava! Egli aveva saputo rivelare la vita che palpitava, con freschezza e umorismo, nelle forme domestiche e festive della venezianità; era stato un grande e sincero pittore. Sia lui che Ettore Tito, avevano fatto rivivere nella loro, la pittura del nostro Giambattista Tiepolo, dalle fiorite note cromatiche, dall’ariosa atmosfera, dai colori, come si dice nel gergo dei pittori, che respirano, non tarpati da troppe mescolanze sottrattive; tavolozze come lenzuola fresche di aria e di luce, stanze pittoriche inondate di brezza, di sole e perciò, di vita!…”.
“…A ventisei anni partii un’estate per Sebenico e da lì per la costa più isolata. Mi ero portato appresso un cavalletto da campagna, la tavolozza, degli ottimi pennelli, tubi di colore ad olio, da me preparati e macinati, mi ero fatto costruire una scatola, mi ero procurato della tela ed un’infinità di piccoli taccuini, in cui appuntavo le mie impressioni e i miei schizzi. Rivedo quella giornata luminosa di luglio, lasciai con una barca attrezzata Sebenico per il Canale di Sant’Antonio e abbandonai il Forte di San Niccolò. Volevo godere la vista della costa nuda e selvaggia, battuta dai flutti, tra i valloni e gli scogli. Discesi nell’insenatura di Capocesto, pensando poi, di proseguire verso il promontorio di Diomede e l’arcipelago meridionale. Invece indugiai lì; furono giorni intensi di lavoro, di osservazione e di luce. Quell’estate mi aveva consacrato pittore…”.
Tratto dall’audiolibro La Nostra Madonnina di Nora Ferruzzi
Guida Illustrata del Visitatore, Esposizione Generale Italiana di Torino, ed. Milano 1884.
Illustrazione Italiana, 1888.
Natura ed Arte, 1891/92.
Catalogo II Esposizione Internazionale d’arte della Città di Venezia, 1897.
Natura ed Arte,1897/98.
Thieme Becker Kunstlerlex, 1931.
A.M. Comanducci, Pittori italiani dell’Ottocento, Milano 1934.
Catalogo Mostra dei quarant’anni della Biennale, Venezia 1935.
A.M. Comanducci, Dizionario illustrato pittori e incisori italiani moderni II, ed. Milano 1945.
A.M. Comanducci, Dizionario illustrato pittori e incisori italiani moderni e contemporanei III, ed. Milano 1962.
Giorgio Segato, Roberto Ferruzzi (1853–1934) il pittore della Madonnina, Torreglia 1989.
Nora Ferruzzi, Claudio Carini, La Nostra Madonnina, Audio Ebook, Milano 2017.
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